La Mia Vita e le sue Infinite Sottotrame… mentre Vivo momenti di Confusione tra Realtà & Cinema!

giovedì 23 giugno 2011

SENZA APPARENTE MOTIVO



Una famiglia londinese come tante. Sono giovani e hanno un figlio. Il padre (che è un esperto artificiere) e il bambino sono tifosi dell’Arsenal. Un giorno si recano entrambi ad assistere a una partita della squadra del cuore.
La moglie, la bella Michelle Williams, da un po’ di tempo trascurata e abbandonata, inizialmente si fa incuriosire e poi sedurre dal giornalista ma soprattutto belloccio di turno che sembra aver capito tutto dalla vita (in particolar modo delle donne) aka Ewan McGregor.
Approfittando dell’assenza del marito la moglie porta a casa l’affascinante giornalista con il quale sta avendo un rapporto sessuale proprio mentre allo stadio esplodono gli ordigni di un attentato terroristico. Tra le vittime ci sono il marito e il figlio il cui corpo però non viene ritrovato con certezza. Il senso di colpa pervade, consuma e brucia la protagonista in un crescendo infinito.
 Secondo Kubbler - Ross ci sono 5 fasi del Lutto o fasi del Dolore;
Sono diverse per ciascuno di noi:
1. Rifiuto
2. Rabbia
3. Patteggiamento
4. Depressione
5. Accettazione



Gli attentati terroristici al cinema possono essere utilizzati sotto molteplici aspetti. Possono divenire occasione per thriller in cui se ne indaga la preparazione così come elemento di base per riflessioni di carattere socio-politico oppure svariare in molteplici ambiti così come è accaduto per i film realizzati sull’attentato alle Twin Towers.
La scelta di Sharon Maguire si presenta come originale anche se poi la regista de Il diario di Bridget Jones non si rivela particolarmente adatta al compito che si è assegnato. Perché leggere i riflessi di atto terroristico attraverso le ossessioni che attraversano una madre che ha perso il figlio adorato (il film impiega tutta la parte iniziale per mostrarci l’intensità di questo legame affettivo) poteva costituire un ottimo spunto. Peccato però che la sceneggiatura invece si disperda nel voler ricercare troppi elementi a cui agganciarsi. Non basta il problema della relazione con il giornalista (che ha fornito l’occasione della scena quasi hard sviluppata in contemporanea con l’attentato trasmesso dalla televisione) ma si aggiunge una relazione con un collega del defunto marito nonché un pedinamento e conoscenza con il figlio di uno degli attentatori. Un casino.



L’analisi dell’inabissarsi nella follia della protagonista avrebbe potuto avere un suo valore introspettivo (grazie alla Williams che purtroppo qui soccombe sotto il peso dello script e che è invece una buona attrice). Siamo invece dinanzi a una dispersione di talento. Da Bridget Jones al dramma il passo non è breve né tantomeno facile.
Un film con poca personalità. Tutta colpa di una sceneggiatura senza nerbo, senza coraggio e francamente senza alcuna capacità di sviluppare ciò che ha scatenato. La noia regna sovrana. A mio avviso gli attori sono sprecatissimi.
Ci si domanda a volte: “cosa stavo facendo l’11 Settembre 2001, il giorno dell’attacco alle Twin Towers” oppure il  “19/20 Luglio 1969 la conquista della Luna” o in altre date storiche.
La protagonista del film in un giorno drammatico di terrore a Londra cosa stava facendo? Cosa faceva mentre il piccolo figlio e il marito erano vittime del terrorismo?
Penso che il senso di colpa sia più verso la gran scopata non conclusasi che per aver perso il marito, che ahimè non le dava più le attenzioni che si meritava la bella Michelle.
Tutto il film percorre la sua strana elaborazione del lutto che sembra non poter cancellare quel momento.
Su consiglio di uno psichiatra scrive una lunga lettera a Osama Bin Laden.
“…quel giorno tu hai ucciso delle persone e io ho ucciso l’amore!”
L’amore come sempre però trionferà.



Peccato! Una regia discutibile, poteva essere un film migliore.
"I'm looking for the truth. The audience doesn't come to see you, they come to see themselves" - cit.