Film Vincitore dell'orso d'oro al Festival di Berlino e nominata agli Oscar nel 2009
La madre di Fausta, una ventenne peruviana, sta morendo e le ricorda cantando che lei è stata allattata con il ‘latte della tristezza' perché nata negli anni Ottanta in cui terrorismo e stupri erano all'ordine del giorno. Dopo la morte della madre Fausta vorrebbe offrirle un funerale degno di questo nome ma i pochi soldi sono stati tutti investiti nei festeggiamenti per l'imminente matrimonio della cugina. Lo zio però vuole che il cadavere venga seppellito prima delle nozze. Fausta che vive in una baraccopoli alla periferia di Lima cerca di vincere le sue paure e trova lavoro come cameriera presso una pianista. Spera così di mettere insieme una somma adeguata per le esequie. Il lavoro le servirà per comprendere la poca scientificità della sua "malattia" e tirar fuori la sua femminilità semplice ma bellissima così come il fiore della patata che non ha niente da invidiare agli altri fiori.
Il canto diventa strumento di liberazione per Fausta che in relazione al mondo che adesso meno teme cambia espressività.
Fausta è un personaggio dall'assoluta tristezza e incapace di accettare il contatto umano, essa ha infatti fatto del suo corpo un vero e proprio terreno. Perché il terrore di essere violentata l'ha spinta ad inserire una patata nella vagina e il tubero ha preso a germinare. Il terrore nei confronti degli uomini Fausta lo ha veramente succhiato con il latte e sembra incapace di liberarsene per volgersi verso una sessualità accettata e consapevole. Intorno a lei sopravvive un mondo di miseria che contrasta in modo stridente con la vita che si conduce nei quartieri alti.
Fausta è un personaggio dall'assoluta tristezza e incapace di accettare il contatto umano, essa ha infatti fatto del suo corpo un vero e proprio terreno. Perché il terrore di essere violentata l'ha spinta ad inserire una patata nella vagina e il tubero ha preso a germinare. Il terrore nei confronti degli uomini Fausta lo ha veramente succhiato con il latte e sembra incapace di liberarsene per volgersi verso una sessualità accettata e consapevole. Intorno a lei sopravvive un mondo di miseria che contrasta in modo stridente con la vita che si conduce nei quartieri alti.
Da un lato il dolore, i silenzi e la profonda solitudine di Fausta, dall'altro il rumore e la baraonda di un mondo esterno povero ma felice. Memorabile la scena del matrimonio dove la saturazione dei colori ci ricorda come nonostante la povertà del paese vi sia voglia di vivere per festeggiare la vita.
L'unica persona che riesce ad avvicinarsi, o almeno a "sfiorare" Fausta è il giardiniere (della pianista) Noè che osserva, ascolta, comprende e rispetta le sue paure. Riesce attraverso il linguaggio dei fiori a mettersi in contatto con lei, senza esagerare e venendo incontro alla sua paura.
Struggente il motivo musicale (quello della sirena).
Non l'ho ancora visto, ma prima o poi rimedierò.
RispondiEliminaBerlino spesso cela sorprese piacevoli.
merita, ti consiglio vivamente di guardarlo!
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